Emergenza coronavirus, la Regione Piemonte segue l’esempio della Lombardia e vara nuove restrizioni sul proprio territorio.
La Regione Piemonte segue l’esempio della Lombardia e vara nuove disposizioni da applicarsi sul territorio locale. L’annuncio è arrivato alle ore 21.30 del 21 marzo, prima del discorso di Conte, che ha varato nuove restrizioni valide per tutto il territorio nazionale. Si tratta della chiusura delle attività produttive non necessarie. Il Piemonte, come la Lombardia, si è spinto più in là ulteriori limitazioni per i cittadini.
Emergenza coronavirus, le nuove disposizioni del Piemonte
Alle ore 21.30 del 21 marzo la Regione Piemonte ha diffuso un comunicato nel quale si annunciavano le nuove limitazioni per i cittadini, per i lavoratori e per le attività commerciali.
“Chiudiamo tutto quello che è possibile chiudere in base ai poteri di cui dispongono le Regioni. Questa è la più grande emergenza affrontata dal Dopoguerra ad oggi. Sappiamo che stiamo chiedendo un grande sforzo a ogni cittadino, ma vi prego di comprendere che è la scelta giusta. La nostra libertà è un bene, ma la nostra vita lo è di più. Vi prego, proteggetela restando a casa“, recita il comunicato pubblicato sul sito della Regione.
Tra i provvedimenti più significativi si segnala la chiusura degli uffici pubblici e degli studi professionali ad eccezione di quelli che si occupano di servizi essenziali. Un passo poi adottato di fatto anche dal governo su scala nazionale.Bloccati anche i cantieri ad eccezioni di quelli di interesse strategico.
Anche la Regione Piemonte ha deciso di vietare gli spostamenti verso le seconde case, così da evitare spostamenti di massa.
La Regione invita inoltre supermercati, farmacie e luoghi di lavoro a procedere con la rilevazione della temperatura corporea delle pesone.
Di seguito il testo integrale dell’ordinanza del 21 marzo della Regione Piemonte.
La posizione del governo
Mentre i governatori delle Regioni del nord continuano a chiedere maggiori restrizioni, il premier Conte non sembrerebbe intenzionato a muovere altri passi almeno per quanto riguarda le limitazioni ai soggetti. Nonostante il pressing delle opposizioni Palazzo Chigi ancora non vuole prendere in considerazione l’ipotesi di vietare del tutto la possibilità di fare una corsa vicino casa. Che non è concessa, non è consigliata ma è tollerata. O meglio, non è espressamente vietata nella speranza che il buon senso spinga le persone ad adottare comportamenti responsabili verso la collettività.
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